Un impianto fotovoltaico è essenzialmente costituito da un “generatore” (i pannelli solari), da un “sistema conversione della potenza” (l’ inverter) , e da un eventuale “accumulatore di energia” (la batteria). Naturalmente è presente anche una “struttura di sostegno” per il montaggio su coperture inclinate oppure possono essere presenti dei telai metallici fissi o mobili per la posa su superfici piane. Ultimo ma non meno importante, è la presenza di un “sistema di monitoraggio” dell’ impianto, utile a tenere sotto controllo lo stato di salute dell’ intero sistema con informazioni relative ai pannelli fotovoltaici, gli inverter, lo stato della rete elettrica e la capacità produttiva dell’ impianto nel suo insieme.
Questi sono gli elementi essenziali di un impianto fotovoltaico che vanno opportunamente collegati e configurati tra di loro in base alle specifiche tecniche dei vari elementi.
Un altro aspetto poco considerato è quello autorizzativo che varia in base alle località di installazione e per le quali bisogna di volta in volta chiedere al Comune quali sono le procedure da seguire. In base alla tipologia di installazione, la dimensione dell’ impianto e al sito di intervento, possono essere richiesti vari tipi di titoli autorizzativi.
Il generatore fotovoltaico è costituito dall’ insieme dei “moduli fotovoltaici”, più comunemente conosciuti come “pannelli solari” o “pannelli fotovoltaici”.
Il componente elementare di un modulo fotovoltaico è senza dubbio la cella. È qui che avviene la conversione della radiazione solare in corrente elettrica. Essa è costituita da una sottile fetta di materiale semiconduttore, quasi sempre silicio, opportunamente trattato, e dallo spessore di circa 0,3mm. Può essere rotonda con smussatura agli angoli oppure quadrata e ha una superficie incidente con il sole compresa tra i 100 e i 225 cm2.
Più celle collegati in serie formano un pannello, ovvero una struttura comune, ancorabile al suolo o ad un edificio. Più pannelli collegati in serie costituiscono una stringa. Più stringhe, collegate insieme (generalmente in parallelo) forniscono la potenza richiesta, e costituiscono il generatore fotovoltaico. Dal punto di vista elettrico non ci sono praticamente limiti alla potenza che può produrre un sistema fotovoltaico, perché il collegamento in parallelo di più file di moduli, (le “stringhe”), consente di ottenere potenze elettriche di qualunque valore.
Il trasferimento dell’energia dal sistema fotovoltaico all’ utenza avviene attraverso ulteriori dispositivi necessari a trasformare la Corrente Continua in Corrente Alterna, adattandola alle esigenze dell’utenza finale. Questa trasformazione viene comunemente indicata in gergo tecnico in questo modo “CC/CA”.
L’ inverter trasforma la corrente continua prodotta dai moduli in corrente alternata; è costituito da un trasformatore e da un sistema di rifasamento e filtraggio che garantisce la qualità della potenza in uscita. Trasformatore e sistema di filtraggio sono normalmente inseriti all’ interno dell’ inverter.
È chiaro che il generatore fotovoltaico funziona solo in presenza di luce solare. L’alternanza giorno/notte, il ciclo delle stagioni e le variazioni delle condizioni meteorologiche fanno sì che la quantità di energia elettrica prodotta da un sistema fotovoltaico non sia costante né al variare delle ore del giorno, né al variare dei mesi dell’anno. Ciò significa che, nel caso in cui si voglia dare la completa autonomia all’ utenza, occorrerà o collegare gli impianti alla rete elettrica dell'azienda o utilizzare dei sistemi di accumulo dell’energia elettrica che la rendano disponibile nelle ore di soleggiamento insufficiente.
Ormai sono molte case offrono prodotti validi nel mercato , offrendo garanzia di lunga durata (non meno di 10 anni), dotate di certificazioni europee e al passo con le tecnologie più aggiornate. Non è infatti difficile seguire l’ aggiornamento del mercato, che offre prodotti sempre più performanti, leggeri ed esteticamente attraenti.
Ma come è fatto internamente un inverter?
Queste macchine sono costituite, oltre che dal convertitore, da tutta una serie di elementi che andiamo a scoprire nel dettaglio. A partire dall’ ingresso dei moduli fotovoltaici distinguiamo:
1) Un interruttore DC (non sempre presente e che dipende dal modello);
2) Gli scaricatori di tensione , conosciuti meglio con la sigla SPD;
3) Un filtro EMI, per pulire la tensione da eventuali disturbi esterni ed entrare nel convertitore più pulita possibile;
4) Uno o più inseguitori MPPT che lavorano appunto inseguendo il punto di massima potenza generato dal modulo fotovoltaico , ottimizzando il rapporto tra corrente e tensione erogata;
5) Il convertitore CC/CA vero e proprio , che regola la tensione ai parametri di rete;
6) Un filtro di uscita, per pulire ulteriormente il segnale di tensione;
7) I relè di isolamento che intervengono in caso di malfunzionamento della rete;
8) Un ulteriore filtro EMI per la pulizia di eventuali disturbi del lato CA.
Ricordiamo che l’inverter è una macchina elettrica delicata, dove i cicli di lavoro sono talvolta così intensi che il sistema di raffreddamento progettato, seppur molto efficiente, potrebbe a volte non bastare. Si consiglia pertanto di installarlo in luoghi poco soleggiati e con una buona ventilazione, di facile accesso per una persona adulta e lontano dalla portata dei bambini. Nessuna paura se vi si consiglia di metterli all’aperto, poichè gli inverter godono di una protezione in IP67 che garantisce il funzionamento anche se esposti a spruzzi di acqua o liquidi in generale.
L’ accumulo è un sistema opzionale, non obbligatorio, che può essere aggiunto all’ impianto fotovoltaico tradizionale per accumulare l’ energia prodotta dall’ impianto e non immediatamente utilizzata. E’ facile intuire che l’ accumulo apporta enormi vantaggi dal punto di vista energetico, ma la convenienza economica della sua installazione, va valutata di volta in volta, in base alle esigenze dell’ utenza e alla potenza fotovoltaica installabile.
Distinguiamo innanzitutto due tipi di sistemi di accumulo, uno on-grid (connessi in rete) e uno off-grid (senza connessione alla rete Enel).
Il primo sistema, (on-grid), è quello più complesso, ma anche quello più utilizzato, infatti è possibile sfruttare sia l’ energia immagazzinata nelle batterie che le risorse energetiche della rete (che sono praticamente infinite). La tecnologia moderna ha sviluppato inoltre “sistemi embedded” (di assemblaggio) che permettono la modifica di un impianto esistente per adeguarlo al nuovo sistema di accumulo da installare. Un sistema di accumulo on-grid,, per poter funzionare, necessita comunque di un misuratore dell’ energia in entrata e in uscita e di un sistema di gestione dell’ accumulo che permette di far fluire l’ energia elettrica in un senso o in un altro in base alle seguenti condizioni: produzione, richiesta energetica dell’ utenza e quantità di carica presente nella batteria.
Il secondo tipo di sistema di accumulo, (off-grid), è molto più semplice e meno costoso, ma la sua realizzazione è riservata a quelle strutture che di per se non hanno la possibilità di allaccio alla rete elettriche, vedi per esempio la baita di montagna o comunque le case isolate lontane dalla rete elettrica di distribuzione. In questo caso l’ installazione di un sistema di accumulo è una scelta obbligata, che permetterà all’ edificio di sfruttare l’energia prodotta per consumarla anche durante le ore notturne.
Come è fatta una cella fotovoltaica
La cella si comporta come una minuscola batteria e nelle condizioni di soleggiamento tipiche dell’Italia (1kW/m2), alla temperatura di 25°C fornisce una corrente di 3A, con una tensione di 0,5V e una potenza pari a 1,5-1,7 Wp. In commercio troviamo i moduli fotovoltaici già assemblati che sono costituiti da un insieme di celle collegate insieme. I più diffusi sono costituiti da 36 , 60 o 72 celle disposte su file parallele collegate in serie. Hanno una superficie che varia dai 0,7 a 1,7 m2 e permettono l’accoppiamento con i convertitori di potenza ( meglio conosciuti come inverter). E’ possibile collegarli anche direttamente agli accumulatori da 12 Vcc nominali, ma questa pratica è spesso sconsigliata dai manuali tecnici perchè le batterie non gestiscono l’ inseguimento dei massimo punto di potenza del modulo fotovoltaico, rendendo questa pratica poco efficiente.
La cella fotovoltaica è il componente elementare del sistema ed è costituita da una sottile “fetta” di un materiale semiconduttore, quasi sempre silicio mono- o poli-cristallino, (l’elemento più diffuso in natura dopo l’ossigeno). Il silicio che costituisce la fetta viene “drogato” mediante l’inserimento su una “faccia” di atomi di boro (drogaggio p) e sull’altra faccia con piccole quantità di fosforo (drogaggio n).
Nella zona di contatto tra i due strati a diverso drogaggio si determina un campo elettrico; quando la cella è esposta alla luce, per effetto fotovoltaico, si generano delle cariche elettriche e, se le due facce della cella sono collegate ad un utilizzatore, si avrà un flusso di elettroni sotto forma di corrente elettrica continua. Attualmente il silicio, mono e policristallino, impiegato nella costruzione delle celle è lo stesso utilizzato dall’ industria elettronica, che richiede materiali molto puri e quindi costosi.
Il mercato offre diverse tipologie di moduli fotovoltaici , distinguendosi dal tipo di cella montato tra il vetro e il supporto plastico inferiore , in particolare le celle montate posso essere di tipo:
Negli ultimi anni il costo degli impianti fotovoltaici si è ridotto notevolmente , conseguenza delle migliaia di installazioni realizzate, incentivati sia a livello Federale che Cantonale. Il Costo di un’ installazione varia in base alle dimensioni e alle esigenze del consumatore, e se è presente o meno un sistema di inseguimento solare. La realizzazione di un impianto con un sistema di accumulo fa variare di molto l’ asticella del prezzo, ma a tutto c’è sempre un compromesso. Se sei interessato a conoscere i dettagli di un preventivo fotovoltaico e fare una stima dei costi di installazione ti consigliamo di leggere e valutare le nostre offerte.
Come è fatto il sistema di monitoraggio
Il sistema di monitoraggio di un impianto fotovoltaico è oggigiorno una prerogativa quasi di serie, infatti tutti gli inverter moderni, hanno la possibilità, se non già presente, di ampliare il proprio pacchetto hardware per installare una scheda di rete, che servirà per comunicare con il modem di casa e inviare i dati in uno spazio cloud. Grazie al monitoraggio è possibile controllare l’ impianto , accedendo da remoto, comodamente dalla vostra poltrona di casa, tramite uno smarthphone o un pc connesso in rete.
Va aggiunto poi che se è presente anche il sistema di accumulo, il monitoraggio diventa una prerogativa quasi indispensabile per capire come stiamo gestendo i nostre risorse energetiche. Ci permetterà infatti di avere conoscenze approfondite sul sistema energetico di casa nostra e sapere se l’energia che produciamo è sufficiente ai nostri fabbisogni oppure no, e conoscere ancora se la grandezza del sistema di accumulo è adeguata alla nostra richiesta energetica.
Inoltre questo strumento permette di conoscere i valori punto per punto del grafico, in modo da effettuare misurazioni precise e accurate in qualsiasi ora.
"Si potrebbe pensare di aumentare il pacco batterie per compensare l’ energia prelevata dalla rete?"
"La dimensione del fotovoltaico sembrerebbe sufficiente a riempire le batterie e sostenerle fino a sera?".
Queste considerazioni saranno valutate in base a questo dispositivo di monitoraggio.
Vi rammento che siamo a completa disposizione per qualsiasi chiarimento e delucidazione di ordine tecnico.